Il secolo di Mastroianni secondo Chiara, 'non festeggiava'
L'attrice alla Casa del Cinema: "Sarebbe quasi in imbarazzo"
Marcello Mastroianni non festeggiava mai il compleanno, e deve essere curioso per sua figlia Chiara celebrarlo oggi, a cent'anni dalla sua nascita. "Certo, quando parlavo con lui gli facevo gli auguri", commenta, ma niente grandi feste: "Ovunque lui sia si sta facendo una bella risata", e sorride anche lei, arrivando all'incontro alla Casa del Cinema di Roma dedicato proprio all'anniversario. Qui, con la sua grazia e spontaneità, introduce la proiezione di 'Marcello mio' di Christophe Honoré - la pellicola in cui lei fa rivivere suo padre attraverso sé stessa, vestendosi come lui, parlando come lui... - e, dopo, chiacchiera con chi ha lavorato, nel corso degli anni, insieme all'attore: Elda Ferri, Roberto Faenza, Liliana Cavani e Francesca Archibugi. In coda, la proiezione di 8½ di Federico Fellini, film che valse all'attore il successo internazionale. "A mio padre non piaceva essere al centro dell'attenzione, forse oggi sarebbe quasi in imbarazzo, direbbe: 'Ma come, tutta questa cosa per me'", riflette l'attrice figlia di Mastroianni e Catherine Deneuve. "Oggi lo festeggiamo anche perché non può dire di no", scherza. Poi, ricorda la nascita di 'Marcello mio', un film che più che la sua storia personale racconta del rapporto di una figlia con la perdita di un genitore. Una pellicola che di Mastroianni ha sia la "malinconia che la vena di leggerezza", sostiene l'attrice. Interpretare il padre non doveva essere facile, sono stati tanto d'aiuto "gli abiti, e poi non ho intellettualizzato le cose, se penso troppo a ciò che faccio mi censuro". Ma, certo, "una crisi d'identità dopo questo film l'ho avuta di sicuro", e ride ancora al pensiero delle nuove scoperte della psicoanalisi grazie a un simile esperimento cinematografico. Cosa avrebbe pensato Marcello di quest'idea? "Lui era molto spiritoso - risponde - gli piacevano i rischi".
(O.Agard--LPdF)