I Negrita, 'il nostro viaggio che dura da trent'anni'
A Milano live per il trentennale e presto il nuovo album
È un viaggio nel suono del mondo, oggi come ieri, quello della 'banda' Negrita e una serata che apre anche un nuovo capitolo della band, quello andato in scena il 27 settembre all'Unipol Forum di Milano. Trent'anni di carriera e trenta brani per la scaletta con la quale il gruppo di Arezzo ha voluto celebrare il trentennale e puntare dritto verso i prossimi appuntamenti, a cominciare da un nuovo album sul quale la band è già al lavoro. "Prima dell'evento abbiamo pensato molto allo show - ha raccontato Drigo - che non solo rappresenta il traguardo dei nostri trent'anni ma una tappa. Siamo felici perché abbiamo ritrovato anche un'intesa ottimale da un punto di vista artistico e umano". La festa, a suon di rock, blues e di tutti quegli ingredienti che in tre decenni hanno raccontato la storia della band, dai suoni del Nord a quelli del Sud (America), è arrivata dopo un tour nei club italiani e dopo la notizia del nuovo album in lavorazione. "Trent' anni di carriera arrivano una sola volta - hanno raccontato i Negrita - ed è un traguardo davvero importante ed emotivamente gratificante. L'avremmo detto 30 anni fa? Forse no. Siamo dei ragazzini fortunati". Un viaggio, quello di ieri sera all'Unipol Forum di Milano, attraverso tre decenni di successi, ricordi e melodie che hanno definito il sound rock in Italia. Da 'Ehi Negrita' fino a 'Gioia infinita', il viaggio 'tutto in una sera' di Pau, Drigo e Mac abbraccia la storia del gruppo. "Questo - ha raccontato Pau dal palco - è il concerto di una band diversa dalle altre e che da oltre trent'anni pensa alla musica in modo sincero, senza manomissioni digitali. È il nostro modo di fare musica. Quello di quei ragazzi che alla fine degli anni Ottanta cercavano il proprio stile ascoltando il blues di Robert Johnson". In scaletta, poi, anche due brani nuovi che la band ha previsto di inserire nel nuovo capitolo discografico in lavorazione. "Il nuovo album sul quale siamo al lavoro - ha spiegato Drigo - nasce da una nostra volontà di comunicare alcune cose e non da un impegno con la casa discografica. Sentiamo che in qualche modo siamo in controtendenza con quello che va per la maggiore adesso, ma forse c'è bisogno di qualcuno che ricordi le funzioni della musica, non solo quello di passare nelle radio ma anche di far tenere gli occhi aperti al pubblico sulla realtà. Siamo una band che ha voluto alzare gli occhi guardando in faccia il mondo. Sarà un album scomodo, ma è quello che dobbiamo fare".
(H.Duplantier--LPdF)