Il Rosso e il Nero, all' Opera di Roma il balletto di Scholz
Dal 26 ottobre la prima volta nella capitale della coreografia
Il Rosso e il Nero, del coreografo tedesco Uwe Scholz, debutta a Roma a venti anni dalla morte del suo autore. Ultimo titolo della stagione 2023/24 del Teatro dell' Opera, il balletto basato sul romanzo storico di Stendhal va in scena il 26 ottobre ed entra per la prima volta nel repertorio della compagnia. La coreografia è ripresa da Giovanni Di Palma. Il nuovo allestimento al Teatro Costanzi è firmato da Ignasi Monreal per le scene, da Anna Biagiotti per i costumi e da Vinicio Cheli per le luci. Nel corso delle repliche, fino al 2 novembre, si alternano tre cast con le étoiles Alessandra Amato, Rebecca Bianchi e Alessio Rezza, i primi ballerini Federica Maine, Marianna Suriano, Claudio Cocino e Michele Satriano e le soliste Elena Bidini e Flavia Stocchi, che con il Corpo di Ballo fanno rivivere la drammatica storia di passione e potere nata dalla penna di Stendhal nel 1830. Alla produzione partecipano gli Allievi della Scuola di Danza diretta da Eleonora Abbagnato. Il collage di musiche di Hector Berlioz è eseguito dall'Orchestra del Teatro dell'Opera diretta da Martin Georgiev, che sale per la prima volta sul podio capitolino. Lo spettacolo è preceduto dall'Anteprima giovani riservata ai minori di 30 anni, il 25 ottobre alle 19. ''Sto mettendo in scena Il rosso e il nero di Stendhal perché sento che i personaggi di questo romanzo sono veri, di carne ed ossa. Il libro contiene moltissimi monologhi interiori ed è difficile trasformare i pensieri in passi di danza'' disse nel 1988 l' llora ventinovenne Scholz durante le prove prima del debutto assoluto del balletto all'Opera di Zurigo. Tratteggiando la struttura del romanzo il coreogrago si è mantenuto fedele al modello settecentesco del "balletto d'azione" rinsaldato negli anni Sessanta da John Cranko (1927-1973), sua guida e primo grande maestro, nonostante si siano incontrati brevemente. Scholz cominciò a lavorare a Il rosso e nero nel 1987, l'anno in cui sarebbe ricorso il 60° compleanno di Cranko, un'occasione perfetta per una dedica al "maestro di Stoccarda".
(N.Lambert--LPdF)