Blitz, la lotta per la vita sotto le bombe
Il war movie di McQueen alla Festa di Roma, poi su Apple Tv+
Case, palazzi e monumenti frantumati, urla, richieste d'aiuto. Il terrore delle persone che fuggono, i tentativi di domare gli incendi, il fumo e le fiamme tra le macerie, il rumore delle esplosioni, e gli ordigni stessi, nella loro discesa sugli obiettivi. Steve McQueen nel suo war movie Blitz esplora dalla prospettiva degli essere umani trasformati in bersagli un ritorno al massiccio e continuo bombardamento di Londra e altre città strategiche britanniche portato avanti dalla Luftwaffe tra il settembre 1940 e maggio 1941. Il film, con Saoirse Ronan, l'esordiente Elliott Heffernan, Harris Dickinson, Benjamin Clementine, Kathy Burke, Paul Weller e Stephen Graham, dopo il debutto mondiale al London Film Festival e il passaggio al New York Film Festival, arriva come evento di Alice nella città, presentato in co-produzione con la Festa del Cinema di Roma, e sarà dal 22 novembre su Apple Tv+. Lo stile immersivo che punta ai sensi (spettacolare soprattutto il lavoro sulla fotografia e sul suono) è filtrato in una storia che mescola ad intensità e spettacolarità anche una buona dose di cliché narrativi. Una formula apprezzata con qualche riserva dai critici. McQueen ci porta a quei mesi nei quali morirono 43mila civili, oltre un milione di abitazioni fu distrutto e più di milione e 200mila persone, soprattutto donne e bambini, andò via dalle città per sfuggire ai bombardamenti rifugiandosi in campagna. Resta forte il richiamo all'oggi, con le violenze della guerra da Kiev a Gaza. "Mi è capitato di girare alcune scene che raccontavano il caos totale, con noi che rappresentavamo personaggi in preda alla paura e all'orrore più profondo - ha spiegato Saoirse Ronan nelle interviste con i giornalisti a Londra -. Poi lasciavo il set e al telegiornale vedevo accadere esattamente le stesse cose nella realtà". Al centro del racconto ci sono Rita (Ronan), madre single operaia e suo figlio George (Heffernan), nove anni, bimbo birazziale nato dall'amore con Marcus, immigrato di Grenada ingiustamente deportato. Dopo l'ennesimo bombardamento Rita decide di mandare George in campagna con uno dei treni organizzati ad hoc dalle autorità. Il bimbo però non lo accetta, scappa e si rimette in viaggio verso Londra. È l'inizio per lui di un'odissea tra incontri salvifici e altri quasi letali. Intanto parallelamente conosciamo il passato e il presente di Rita, tra vita in fabbrica e il trauma dell'arresto di Marcus, il talento per il canto e i tentativi disperati di ritrovare il figlio.
(A.Laurent--LPdF)